Visione di una fusione
Ceramica, vetro industriale
Dimensioni variabili
2019
Riflettendo sul tema della collettiva Soda - alla quale ha partecipato in occasione della Venice Glass Week nel 2019 - l'artista ha realizzato un progetto che mette in relazione due elementi opposti tra di loro ma con un forte legame: il vetro e la ceramica.
Entrambi richiedono l’abilità di manipolare la materia, la conoscenza degli stati chimici e dei relativi tempi di trasformazione. Al di là del fattore puramente tecnico, questi materiali trovano connessione anche nella loro storia: la ricerca e la sperimentazione delle loro possibili forme di applicabilità nasce dalla necessità fisica di trasportare, di costruire, di adornare, di contenere. Ciò che le distingue maggiormente è il carattere e l’uso estetico.
Il vetro e la ceramica, per le loro proprietà di trasmutazione, si collegano fortemente alla sua ricerca artistica che tratta, tra gli altri, il tema dell’Alchimia. Da polvere opaca il vetro diventa un materiale solido e trasparente, che raggiunge uno stato liquido tramite la fusione. La ceramica, invece, si presenta come un impasto che si lascia manipolare direttamente dalla mano e che al contrario, proprio tramite il calore si solidifica.
L'artista ha voluto sfruttare questa loro caratteristica di opposizione per sfidare la tecnica e creare un dialogo: fondere i due elementi in una sorta di trasmutazione mantenendo però inalterata l’identità dei singoli.
In Visione di una fusione, è riprodotto un mosaico, un disegno ordinato composto da molteplici tasselli diversi l’uno dall’altro ma con un ritmo costante e calibrato che ne accosta le differenze. Il risultato è la manifestazione del vetro nella sua plastica opacità e la terra refrattaria molto grezza, ma resa più leggera e raffinata da questa unione.